Venceslao, Genova, Franchelli, 1717 (Il Venceslao)

 IL VENCESLAO
 
    Drama per musica da recitarsi nella primavera dell’anno 1717 al teatro di Sant’Agostino di Genova, consagrato all’illustrissima signora donna Francesca d’Avenant, consorte dell’illustrissimo signore don Enrico d’Avenant, inviato di sua maestà britanica appresso la serenissima republica di Genova e le altre corti d’Italia.
    In Genova, MDCCXVII, per il Franchelli, con licenza de’ superiori. Si vendono da San Luca da Giovanni Battista Lavezzaro.
 
 Illustrissima signora,
    il consagrare al merito eccelso di vostra signoria illustrissima questo drama, in cui non poco risplende l’eroica virtù di due illustri principesse, è stato mio doppio dissegno, sì per più meritare il di lei gran patrocinio per un drama in cui vivamente si rapresentano le doti del di lei animo generoso, sì per dispensarmi dal troppo arduo dovere di tributare gli encomii dovuti a quello splendore che vostra signoria illustrissima riceve e dalla nobiltà del suo sangue e dalla compagnia de l’illustrissimo signor don Enrico, di lei degno consorte, e più dai meriti della propria virtù che, conosciuta e acclamata da tutta Genova, vedrà ancora di sé un fedele ritratto formato a gara dalle due principesse. Resta solo che vostra signoria illustrissima dia l’onore di un benigno aggradimento a chi da la somma di lei generosità sel promette e a piè di questo foglio con profondo rispetto si consagra di vostra signoria illustrissima umilissimo, devotissimo, ossequiosissimo servitore.
 
    Cesare Bonazzoli
 
 ARGOMENTO
 
    Venceslao, re di Polonia, ebbe due figliuoli, Casimiro e Alessandro, il primo di genio altiero, feroce e lascivo, il secondo di temperamento dolce e moderato. Tutti due s’invaghirono di Erenice, principessa del sangue, discendente dagli antichi re di Polonia, ma con intenzione molto diversa. Casimiro l’amò per goderla, Alessandro per isposarla. Quegli non ebbe riguardo di render pubblico a tutta la corte il suo amore; e questi, conosciuto il genio violento di suo fratello, ad ogn’altro nascose il suo, fuorché all’amata Erenice e all’amico Ernando, generale e favorito del re; anzi perché temeva della ferocia di Casimiro, pregò l’amico a fingersi appassionato per Erenice, affinché col di lui mezzo potesse più sicuramente parlare della sua passione alla principessa. Tanto fece per impegno di amicizia Ernando, quantunque poscia gli costasse caro l’impegno per l’amore che in lui si accese verso la stessa Erenice. Riuscì la cosa di tal maniera che Casimiro credette che gli fosse rival nell’amore il generale, non il fratello; e da questa sua ingannevol credenza nasce l’intreccio principale del drama. La morte di Alessandro seguita per man del fratello, l’accusa di Erenice, la condanna e la coronazione di Casimiro nella forma che si rappresentano sono azioni tratte dalla stessa fonte, da cui si trasse il sogetto. Gli amori di Casimiro con Lucinda, granduchezza di Lituania, grado che per degni riguardi si è convenuto mutare in quel di reina, sono di mera invenzione.
    Le parole poi di fato, nume, adorare e simili sono scherzi da poeta, non sentimenti da cattolico.
 
 ATTORI
 
 VENCESLAO re di Polonia
 (signor Giuseppe Maria Boschi)
 CASIMIRO suo figliuolo
 (signor Antonio Pasi)
 ALESSANDRO altro suo figlio
 (signor Raffaele Baldi)
 LUCINDA reina di Lituania
 (signora Marianna Benti Burgarelli detta la Romanina)
 ERNANDO generale e favorito di Venceslao
 (signor Giovanni Battista Minelli)
 ERENICE principessa polacca, discendente degli antichi re di Polonia
 (signora Francesca Cuzzoni)
 GISMONDO capitano delle guardie, confidente di Casimiro
 (signor Michele Salvatici)
 
    Gl’intermezzi saranno rappresentati dalli signori Santa Marchesina e Giovanni Battista Cavanna.
 
 SCENE
 
    Atto primo: piazza del real palazzo con veduta del fiume Vistula e della città di Cracovia con sbarco; atrio corispondente alli appartamenti di Erenice; regio anfiteatro.
    Atto secondo: loggie; anfiteatro preparato in forma di steccato; notte, stanza di Casimiro con gabinetto.
    Atto terzo: cortile che serve d’atrio alle priggioni; antisala reale; reggia con trono.